Il risveglio nazionale della Romania
Come in gran parte dei Paesi europei, il 1848 portò alla rivoluzione la Moldavia, la Valacchia e la Transilvania. Gli scopi dei rivoluzionari erano di completare l'indipendenza delle prime due e l'emancipazione nazionale della terza e rimasero incompiuti; furono tuttavia la base di successive evoluzioni. Inoltre il sollevamento aiutò la popolazione dei tre principati a riconoscere la loro unità di lingua ed interessi. Tassati pesantemente e mal amministrati sotto l'impero ottomano, nel 1859, sotto incitamento e suggerimento di Napoleone III re di Francia, il popolo di Moldavia e Valacchia elesse la stessa persona - Alexandru Ioan Cuza - come principe. Così nacque la Romania. In tutto questo periodo, cioè dal 1914 al 1927 la Romania venne governata dal re Ferdinando I. Sovrano colto ed intelligente, conscio della necessità di modernizzare il regno, promosse nel 1923 una nuova costituzione liberale e una riforma agraria a favore dei piccoli contadini, concesse la cittadinanza agli Ebrei rumeni e cercò di sviluppare le imprese industriali. Tuttavia improvvisamente, a soli 62 anni, Ferdinando scomparve lasciando dietro di sé un'opera ancora da terminare che sarebbe stata annullata negli anni successivi. In effetti, la maggior parte dei successivi governi Rumeni del periodo fra le due guerre mondiali mantennero più la forma che la sostanza di una monarchia liberale e costituzionale. Nel 1938 per prevenire la formazione di un governo che avrebbe incluso ministri della guardia di ferro filonazista, re Carol II sciolse il parlamento e istituì una dittatura reale che ebbe vita breve. Nel 1939, la Germania e l'Unione Sovietica firmarono il patto Molotov-Ribbentrop nei cui protocolli segreti la Germania prendeva in considerazione l'"interesse" sovietico alla Bessarabia.