Romania comunista

21.06.2014 01:25

L'occupazione sovietica che seguì la Seconda guerra mondiale, sfociò nella costituzione di una Repubblica Popolare comunista nel 1947 e nell'abdicazione del re Michele, che venne mandato in esilio. A partire dagli anni sessanta, il governo comunista rumeno cominciò a manifestare una certa indipendenza dall'Unione Sovietica, al fine di guadagnare consensi sia in patria che all'estero. Nicolae Ceauşescu divenne capo del partito comunista nel 1965 e capo di stato nel 1967. La denuncia di Ceauşescu dell'invasione sovietica nel 1968 della Cecoslovacchia ed un breve rilassamento della politica interna di repressione lo aiutò ad ottenere una buona immagine sia in patria sia in Occidente. I capi di stato occidentali, sedotti dalla politica estera "indipendente" di Ceauşescu erano riluttanti ad accanirsi contro un regime, che alla fine degli anni 1970, era diventato sempre più duro, arbitrario e capriccioso. Il governo del presidente Nicolae Ceauşescu divenne sempre più draconiano ed impopolare negli anni ottanta. Caduto da tempo il regime comunista nella vicina Ungheria e nel resto dei paesi dell'Est, a metà dicembre del 1989 nella città di Timişoara dove era presente anche una minoranza ungherese scoppiò una protesta popolare per fermare la rimozione forzata da parte delle autorità comuniste del pastore calvinista László Tőkés. La protesta crebbe a tal punto da diventare una vera e propria sollevazione di tutto il popolo della Romania, che fu appoggiata poi da una parte del regime per eliminare Ceauşescu, divenuto ormai una personalità troppo ingombrante nell'Europa post-guerra freddaIon Iliescu prese il suo posto il 22 dicembre. Ceauşescu fu immediatamente arrestato, e dopo un processo sommario giustiziato il 25 dicembre. Circa 1.550 persone furono uccise in confusi combattimenti sulle strade. Una improvvisata coalizione politica, il Fronte di Salvezza Nazionale (FSN) si installò e proclamò la restaurazione della libertà e democrazia. Il partito comunista fu messo fuori legge, e le misure più impopolari di Ceauşescu, come il divieto di aborto e contraccezione ritirati.