Romania dopo il 1989

21.06.2014 01:27

Le elezioni presidenziali e parlamentari furono tenute il 20 maggio, 1990. Gareggiando contro i partiti d'avanguerra Partito Nazionale dei Contadini e Partito Nazionale Liberale, Iliescu vinse con l'85% dei voti. Il FSN prese due terzi dei posti in parlamento, nominò un professore universitario, Petre Roman come Primo Ministro e cominciò delle timide riforme di mercato libero. Dal momento che il nuovo governo era ancora largamente formato di ex-comunisti, i manifestanti anti-comunisti si accamparono nella Piazza dell'Università a Bucarest nell'aprile 1990. Due mesi più tardi gli "hooligan" vennero brutalmente dispersi dai minatori della valle di Jiu chiamati dal presidente Iliescu. I minatori attaccarono anche le sedi e case dei leader di opposizione. Il governo di Petre Roman cadde nel tardo settembre 1991, quando i minatori ritornarono a Bucarest chiedendo un rialzo dei salari. Fu creato un governo tecnico, presieduto da Theodor Stolojan fino alle successive elezioni. Una nuova costituzione democratica, redatta dal Parlamento, fu approvata per referendum popolare nel dicembre 1991. Nel settembre 1992 il presidente Iliescu vinse un nuovo mandato con una netta maggioranza e diede pluralità al suo partito, il FDSN. Con il supporto parlamentare dei partiti nazionalisti PUNR e PRM e del partito ex-comunista PSM fu formato un governo tecnico nel novembre 1992 presieduto dal Primo Ministro Nicolae Văcăroiu, un economista. Emil Constantinescu della coalizione elettorale Convenzione Democratica (CDR) sconfisse Iliescu nel secondo turno di votazioni e lo rimpiazzò. Victor Ciorbea fu nominato ministro. Ciorbea rimase in ufficio fino al marzo 1998, quando fu rimpiazzato da Radu Vasile (PNTCD), ma nelle elezioni del 2000 il Partito Socialdemocratico (PSD) e Iliescu vinsero di nuovo il potere e Adrian Năstase divenne premier. Nel 2004 la Romania è diventata membro della NATO. Il 1º gennaio 2007 è entrata nell'Unione Europea.