Romania durante la seconda guerra mondiale

21.06.2014 01:23

Come risultato del patto Molotov-Ribbentrop, la Romania si vide imporre dall'URSS nel giugno 1940 la cessione della Bassarabia e, con sorpresa, anche della Bucovina settentrionale che in precedenza era appartenuta all'Austria e non alla Russia. L'armata rossa fece irruzione in Bessarabia e nella Bucovina settentrionale, senza rispettare i tempi minimi pattuiti con il governo di Bucarest per il ritiro delle proprie forze. Le truppe sovietiche aprirono il fuoco contro i soldati romeni in marcia verso il nuovo confine e contro la popolazione civile in fuga provocando numerose vittime anche fra donne e bambini. Si ricorda al riguardo il massacro di Fântâna AlbăBessarabia e Bucovinasettentrionale vennero annesse dall'Unione Sovietica. L'atto di forza dell'URSS risvegliò il revanscismo ungherese. Vi era tuttavia il freno della Germania, che pur mostrando comprensione per le rivendicazioni del governo di Budapest, non aveva alcun interesse a mettere a repentaglio le forniture di petrolio da parte della Romania. Berlino spingeva quindi per una soluzione di compromesso incentrata sulla spartizione della Transilvania. Nell'agosto del 1940 fu convocata a Vienna una conferenza con la partecipazione dei tre paesi ai quali venne aggiunta l'Italia. Il nuovo assetto territoriale imposto alla Romania prevedeva la cessione dell'area dove i magiari rappresentavano la maggioranza assoluta della popolazione, ma data la non contiguità con l'Ungheria, veniva imposta la cessione di un corridoio a maggioranza romena. Il re perse consensi per l'arrendevolezza di fronte alle pressioni esterne e fu costretto ad abdicare a favore del figlio Michele. Prese allora il potere in veste di dittatore il generaleIon Antonescu, considerato filo-francese, che godeva della stima dell'esercito e non era inviso ai partiti democratici. Il crollo militare della Francia ed il rafforzamento della Germania non lasciavano tuttavia alla Romania larghi spazi di manovra. La Romania entrò nella seconda guerra mondiale a fianco delle Potenze dell'Asse nel giugno 1941, invadendo l'Unione Sovietica e recuperando temporaneamente la Bassarabia e la Bucovina. Anzi, l'esercito romeno imprudentemente continuò l'avanzata sino al Caucaso. Inoltre i romeni collaborarono con i militari germanici nell'internamento e negli eccidi di cui furono vittime le comunità ebraiche nei territori occupati - massacro di Odessa -. In seguito, tuttavia, le sorti della guerra si rovesciarono. Il disastro di Stalingrado, la resa dell'Italia e l'irresistibile avanzata dell'armata rossa dissolsero la popolarità di Antonescu e la Romania cercò di uscire dal conflitto prendendo contatti con gli Alleati. La risposta raggelante fu di trattare la resa con il governo di Mosca. Era noto però che i sovietici detestavano il dittatore romeno. Nell'agosto 1944, un colpo di stato condotto da re Michele, con il supporto degli oppositori politici e dell'esercito depose Antonescu e mise l'esercito della Romania a fianco dell'armata rossa nell'avanzata verso la Germania. La Romania ebbe pesanti perdite nella lotta contro i tedeschi in TransilvaniaUngheria e CecoslovacchiaAlla fine della Seconda guerra mondiale, la Transilvania settentrionale fu riunita alla Romania, ma, a nord-est, Bassarabia Bucovina settentrionale e il Territorio di Herţa furono assegnate definitivamente all'Unione Sovietica e una parte della Dobrogia (il cosiddetto Quadrilatero) alla Bulgaria. Dopo la firma del Trattato di pace l'URSS si impadronì dell'Isola dei Serpenti, l'unica isola in mare aperto della Romania, che venne adibita a base militare e spostò verso ovest anche il confine sul delta del Danubio. Il governo di Bucarest, con il paese ancora occupato dall'armata rossa, fu costretto ad accettare queste ulteriori mutilazioni territoriali.